Pista ciclabile…… Per un po’ lasciamo stare gli orrori degli altri e guardiamo i nostri. Chi pagherà per questo spreco di denaro pubblico per un’opera che probabilmente non vedrà alcun nastro?
«Manca una analisi geomorfologica in grado di valutare la dinamica fluviale. Non ci sono opere di Ingegneria naturalistica realizzate in coerenza con la dinamica fluviale e infine manca una reale analisi di fattibiltà dell'opera quindi la valutazione dell'opportunità realizzativa e la valutazione di tracciati alternativi». Lo dice il geologo Andrea Dignani referente regionale per il Cirf (Centro italiano riqualificazione fluviale) in merito alle recenti “disgrazie” patite dalla pista ciclabile del Castellano. Un secco no alla costruzione del percorso ciclopedonale sul torrente che attraversa il capoluogo piceno. Ma sulla situazione venutasi a creare dopo i danni causati dalla violenza delle acque, si scaglia anche il Comitato Cigaro 88, il gruppo composto da docenti e studenti di scuola superiore (Professionale “Ceci” e dell'Istituto Agrario) presieduto dal prof. Stefano Galardi. «L'avevamo detto in tempi non sospetti è il duro commento del comitato , quella pista non doveva essere realizzata lì. Il concetto era stato ribadito in diverse riunioni organizzate dalla Provincia sul tema, ma nessuno ci ha ascoltato». Il comitato, un anno fa, aveva ad esempio criticato «la decisione di modificare il tracciato iniziale passando dalla sponda destra a quella sinistra» senza «un approfondito studio di fattibilità ambientale e di alcune necessarie autorizzazioni».
Gigaro 88, pur plaudendo alla realizzazione di piste ciclabili, ne sconsigliava la realizzazione sul Castellano perché. Il gruppo presieduto dal prof. Galardi aveva invece proposto di realizzare al massimo «un percorso pedonale, di larghezza di gran lunga inferiore a quella realizzata, senza alterare l'assetto morfologico ed ecologico della sponda e con interventi eseguiti a mano o con mezzi meccanici molto leggeri». Insomma quell'opera sul fiume era stata considerata un vero e proprio mostro, considerato anche il fatto che, è sempre il comitato a parlare, «sarebbe stato meglio, una volta presa la decisione di realizzare la pista, effettuare interventi seri di ingegneria naturalistica che invece sono stati completamente trascurati». «Eppure i fatti dell'Aquila dovrebbero dice sempre il comitato far riflettere tutti sull'importanza di un'attenta valutazione del rischio ambientale di fronte a qualunque evento calamitoso. «Adesso è la conclusione sentiremo dire che quello che è successo nei giorni passati al Tronto e Castellano è stato un evento eccezionale, imprevedibile e che sono necessarie risorse economiche per riparare i danni. E come al solito paga Pantalone».
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