FORSE IL NOSTRO VIDEO E I NOSTRI PROCLAMI HANNO FATTO MUOVERE QUALCOSA?
Che fine ha fatto la famigerata pista ciclopedonale sul Castellano? L'opera, che idealmente avrebbe dovuto unire Ascoli ed il borgo di Castel Trosino attraverso un suggestivo percorso tra natura e storia, era stata di fatto quasi completata lo scorso aprile nel suo primo tratto, cioè quello che va da Porta Torricella fino alla Cartiera Papale. Poi, però, le violente piogge di inizio primavera hanno causato gravi danni lungo il tracciato, interrompendo quanto di buono fatto in precedenza. La prima stima effettuata parlò di quasi 200.000 euro, necessari per il ripristino delle condizioni ideali di percorribilità. «E' vero, la cifra esatta si aggira sui 180.000 euro», precisa Piero Celani, presidente della Provincia, ente che segue passo passo il progetto sin dalla fase progettuale. «Purtroppo però trovare i soldi non sarà facile. -continua Celani- Certamente le casse provinciali, in questo momento, non sono in grado di raggiungere questa cifra. Abbiamo già inoltrato una richiesta alla Regione per ottenere il finanziamento, ma credo che difficilmente potranno accontentarci». I 180mila euro sarebbero necessari per mettere nuovamente in sicurezza il sito e per procedere agli ultimi ritocchi del tracciato. Ma, come ribadito da Celani, trovare la via giusta non sarà per niente facile. Il rischio concreto, manco a dirlo, è quello che la pista si trasformi in una grossa incompiuta per tutto il territorio, con il sommo dispiacere di amanti della natura e amici della bicicletta, che sognano tale realizzazione ormai da anni e anni. L'idea iniziale, infatti, aveva concepito la pista ciclopedonale come un tassello fondamentale per il collegamento, senza soluzione di continuità, di tutto il territorio provinciale con una rete di piste ciclabili. «Già tempo fa mi mostrai scettico sul percorso scelto -prosegue il presidente della Provincia- Certo è che dobbiamo metterci in opera per porre rimedio a questa situazione. Dopo avere fatto le prime valutazioni, purtroppo, devo ribadire che i danni causati dallo straripamento del fiume sono piuttosto elevati e di non facile risolvibilità». «Di sicuro -conclude Celani- dovremo essere attenti a come compiere i prossimi passi, perché in un percorso come quello, così a ridosso dell'acqua, il rischio di vanificare tutto, ogni volta che il fiume si riempie a causa della pioggia, è sempre dietro l'angolo».
fonte: Il Messaggero
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